La Corte suprema di Cassazione, tribunale di terzo ed ultimo grado della magistratura ordinaria italiana, ha confermato la condanna a cinque anni per disastro ferroviario nei confronti dell'ex-amministratore delegato di Rete ferroviaria italiana (Rfi) Mauro Moretti. Il collegio dei magistrati ha però stabilito che la pena è da rideterminare in appello, circostanza in cui verranno valutate le attenuanti.
"L'unica cosa che abbiamo capito è che sono state riconosciute le responsabilità. Ora però vogliamo capire bene con i nostri avvocati il dispositivo della sentenza", è stato il commento di Marco Piagentini, presidente dell'associazione dei familiari delle vittime della strage di Viareggio, dove la notte del 29 giugno 2009 persero la vita 32 persone (oltre 100 i feriti) a causa dell'esplosione di un carro merci deragliato carico di Gpl.
Dal canto l'avvocato Ambra Giovene sottolinea che il suo assistito Moretti non rischia di finire in un penitenziario: "Il ricalcolo della pena evita il rischio degli arresti. Il carcere non lo rischia sicuramente: la riduzione della pena che potrebbe essere comminata a Firenze la farà scendere, non sarà più pari a cinque anni".
Il collegio degli ermellini, presieduto da Gastone Andreazza, dopo la camera di consiglio ha rigettato i 18 ricorsi presentati dagli avvocati degli imputati contro la sentenza emessa nel processo d'appello-bis, che si tenne a Firenze nel 2022. Oltre ai 13 condannati sono stati citati, come responsabili civili, Trenitalia, il Gruppo Ferrovie dello Stato italiane, Rete ferroviaria italiana (Rfi) e Cima Riparazioni.