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Mercato auto 2023: elettriche in recupero

Ma scatta l’allarme sui nuovi incentivi: “Rischio caos e paralisi totale"

Naso (Motus-E): “Bene la rimodulazione dell’ecobonus, ma senza un’attuazione immediata si confondono i cittadini e si blocca il mercato”. I dati sulle immatricolazioni e il confronto Italia-Europa

Il mercato delle auto elettriche in Italia ritrova il segno positivo nel 2023, ma non riesce a stare al passo degli altri grandi Paesi europei. E non solo, perché ora tutto il settore, indipendentemente dalle alimentazioni, rischia la paralisi in assenza di una rapida attivazione dei nuovi incentivi annunciati nelle scorse settimane. Nell’anno appena terminato sono state immatricolate nella Penisola 66.276 vetture full electric, in aumento del 35,1% rispetto al 2022, con una quota di mercato nei 12 mesi che si attesta al 4,2% (dal 3,7% del 2022). Complessivamente, il mercato auto italiano ha visto nel 2023 un progresso delle immatricolazioni del 18,9% a 1.572.144 unità.

Guardando al solo mese di dicembre, le auto elettriche registrate nella Penisola sono 6.798, in crescita del 50% rispetto allo stesso mese del 2022, con una market share pari al 6,1% (dal 4,3% di dicembre 2022). Al 31 dicembre 2023, il parco auto circolante completamente elettrico si attesta in Italia a 220.188 unità. Pur rappresentando un importante recupero dopo la battuta d’arresto del 2022, il passo avanti si è limitato a riportare il mercato BEV italiano ai livelli del 2021, a fronte della costante crescita registrata negli altri major market europei.

Tra i grandi del Vecchio Continente, l’Italia si conferma infatti l’unico Paese dove l’elettrico fatica a decollare. A titolo esemplificativo, di seguito è possibile osservare il valore delle immatricolazioni full electric in Francia, Germania, Italia, Spagna e Regno Unito nel periodo gennaio-novembre (dato più recente disponibile per il confronto). Il differente andamento (vedi tabella allegata in basso, NdR), si mostra chiaramente anche nella quota di mercato delle auto elettriche nei primi 11 mesi del 2023, che continua ormai a vederci stabilmente dietro alla Spagna:

· Francia: 16,4%

· Germania: 18,1%

· Italia: 4,1%

· Spagna: 5,6%

· Regno Unito: 16,3%

“Il 2024 può e deve essere l’anno del cambio di passo per il mercato auto italiano, ma in questo momento c’è grande apprensione tra gli attori della filiera e tanta confusione tra i cittadini”, spiega il segretario generale di Motus-E, Francesco Naso, osservando che “purtroppo all’annuncio della rimodulazione degli incentivi auto non è seguita una tempestiva formalizzazione della disponibilità delle risorse, il che rischia da un lato di creare il caos tra gli operatori, che non hanno ancora informazioni sulla nuova piattaforma per l’ecobonus, e dall’altro di paralizzare il mercato, perché i potenziali acquirenti sono naturalmente portati ad attendere le nuove agevolazioni prima di decidere come muoversi”.

“Anche se non mancano alcune criticità, come il permanere di un cap di prezzo per le auto elettriche incentivabili incomprensibilmente più basso di quello delle ibride plug-in”, aggiunge Naso, “la riformulazione degli incentivi, a quanto si apprende, porterà con sé elementi di miglioramento importanti, dall’aumento del differenziale tra il bonus per le auto elettriche e quelle endotermiche – che pure resta un unicum italiano - al potenziamento del canale delle flotte aziendali, che ha un enorme potenziale inespresso e che potrà alimentare il nascente mercato dell’usato a zero emissioni, decisivo per poter avvicinare sempre più persone a questa tecnologia. Vale osservare però che proprio il già citato cap di prezzo potrebbe limitare gli effetti dell’importante apertura sulle flotte”.

Tuttavia, conclude il segretario generale di Motus-E, “come già osservato nel recente passato, i benefici di un incentivo rischiano di essere spazzati via se non si passa subito dall’annuncio all’effettiva attuazione. Siamo fiduciosi che il Governo abbia la piena contezza della situazione e che possa intervenire in tempi rapidi per evitare una pericolosissima paralisi del mercato”.

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