“L’intesa raggiunta a livello europeo sulla direttiva che riguarda i lavoratori delle piattaforme di lavoro digitale compresi i rider, rappresenta un punto di svolta nel percorso di riconoscimento di questa categoria come lavoratori subordinati e quindi dipendenti. Un passo in avanti atteso e necessario per garantire loro le legittime tutele ed assicurare i diritti contrattuali previsti”: è quanto commenta in una nota Fit-Cisl, a margine del Consiglio generale della Fit-Cisl Veneto, a proposito dell’accordo raggiunto nei giorni scorsi che coinvolge 5,5 milioni di rider in Europa.
“La direttiva dice basta quindi a falsi lavoratori autonomi ef introduce le prime norme a livello europeo sulla gestione del lavoro tramite algoritmi e intelligenza artificiale per i ciclofattorini, attraverso un meccanismo più trasparente e di attento monitoraggio. Una priorità per un settore che ha un forte bisogno di regole per poter crescere di più e in maniera più ordinata” prosegue ancora la nota.
“Sono anni che noi in qualità di sindacato che opera nei trasporti –spiega Fit-Cisl– stiamo chiedendo i giusti riconoscimenti per una categoria di lavoratori che da sempre è stata l’anello debole del sistema dal punto di vista dei diritti, pur svolgendo un lavoro subordinato, spesso in condizioni di emergenza quali ad esempio la pandemia, esposta quotidianamente ad intemperie ed a rischi su strada”.
“Proprio perché si tratta di attività di trasporto su strada trasferendo cose (nel caso di specie generi alimentari) da un luogo ad un altro, configurandosi le previsioni di cui all’articolo 1678 del cc, l’unico strumento contrattuale per regolare il loro rapporto di lavoro è il Ccnl della logistica, trasporto-merci e spedizione, che ha al suo interno, già da anni, una sezione specifica fatta su misura per i rider e le piattaforme e che contiene tutte le tutele normative e salariali oltre che le norme di impiego che consentono lo svolgimento dell'attività in condizioni di sicurezza” sottolinea la Federazione dei trasporti cislina.
“Continuiamo ad apprezzare –conclude la nota– la scelta fatta dalla multinazionale Just Eat che, a marzo del 2021, anche in assenza di specifiche direttive europee, ha sottoscritto un accordo di confluenza con i sindacati di settore che prevede, per i rider, l’applicazione del contratto collettivo nazionale della logistica, trasporto-merci e spedizione, scegliendo, in questo modo, di competere sul mercato nel pieno rispetto delle regole e dei diritti di lavoratrici e lavoratori. Auspichiamo che anche le altre aziende che operano in concorrenza con Just Eat, prendendo atto del recente pronunciamento, abbiano un ravvedimento operoso e convochino in tempi rapidissimi i sindacati per avviare un percorso relazionale finalizzato a regolarizzare, attraverso l’applicazione del Ccnl in parola, tutte le lavoratrici e tutti i lavoratori impegnati in attività di presa e consegna da un fornitore ad un cliente".