Un tribunale svedese ha dato ragione alla compagnia automobilistica statunitense Tesla, specializzata nella produzione di veicoli elettrici, nelle querelle giudiziaria contro alcuni sindacati, che hanno boicottato le auto americane perché i lavoratori scandinavi non sono sottoposti al contratto collettivo di lavoro nazionale. I giudici hanno stabilito, in un primo grado di giudizio, che si tratta di discriminazione. La battaglia legale si annuncia lunga, ma i lavoratori continuano lo sciopero.
La mobilitazione dei sindacati dalla fabbrica svedese, che coinvolge 130 metalmeccanici, nasce dal fatto che i dipendenti del marchio automobilistico non sono sindacalizzati a livello globale, perciò ora i rappresentanti dei lavoratori chiedono che Tesla firmi un contratto collettivo di lavoro, come è prassi per la maggior parte dei dipendenti nel Paese scandinavo, e come avviene per le società del settore Ford, General Motors, Stellantis.
Da settimane è in corso la più grande mobilitazione sindacale che Tesla abbia mai dovuto affrontare. Lo sciopero, proclamato dal sindacato IF Metall, è iniziato infatti il 27 ottobre scorso e proseguirà fino a quando non verranno ridefiniti gli stipendi, gli orari ed i benefit. Un duro colpo per il marchio, considerato che la Svezia è il suo quinto mercato in Europa per numero di vetture vendute. Una battaglia che potrebbe avere ripercussione in tutta Europa, con i pezzi delle nuove vetture che potrebbero aumentare.