L'Autorità di sistema portuale del Mar Ionio, presieduta da Sergio Prete, ha bloccato la concessione di un'area dello scalo di Taranto che era stata data ad una società cinese. Il Governo italiano ed il ministero delle Infrastrutture e dei trasporti (Mit) hanno quindi fatto respingere ed archiviare l'istanza di "Progetto internazionale 39" per una piattaforma logistica nel porto pugliese. Scalo che Roma vuole potenziare con 178 milioni di Euro di fondi Pnrr (Piano nazionale ripresa e resilienza).
Si tratta di un passo chiaro del Governo Meloni nella direzione voluta dagli Stati Uniti e dall'Unione europea, che avevano puntato più volte il dito contro l'Italia, per avere sottoscritto nel 2019 il memorandum di intesa con Pechino sulla nuova Via della seta. Durante la campagna elettorale per le elezioni parlamentari 2022, l'attuale presidente del Consiglio dei ministri italiano definì pubblicamente la decisione "un grosso errore".
Lo stop alla creazione di una piattaforma logistica nel porto di Taranto arriva cinque mesi dopo l'acquisizione di una concessione commerciale da parte di una società cinese. La scelta sullo scalo pugliese è dettata dal fatto che l'infrastruttura è considerata strategica per il Paese: è presente il Comando marittimo Sud della Marina militare italiana, il Comando sommergibili ed il Comando marittimo della Nato.
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