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Assarmatori dice No all’autonomia differenziata nei porti

Salvini (ministro Trasporti): "Gli scali marittimi non sono tutti uguali, ci sono sensibilità diverse"

L'associazione Assarmatori, che rappresenta gli armatori che operano in Italia servizi marittimi regolari di linea, dice No all’autonomia differenziata nei porti. La priorità, sostengono, è il rafforzamento della Conferenza dei presidenti delle Autorità di sistema portuale. È quanto puntualizzato nel corso del meeting annuale che si è svolto in questi giorni a Roma. 

"I porti devono avere una governance unitaria e centralizzata, affidata al Governo del Paese. Evitiamo scenari di differenza regolatoria tra un porto e l’altro". Per ritrovare competitività l'Italia ha bisogno di "un’opera di strutturale semplificazione non più rinviabile, ed è attuabile a costo zero, mentre l’eccesso di burocrazia ha un costo, anche in termini di perdita di competitività", sostiene Stefano Messina, presidente di Assarmatori. 

Replica il ministro delle Infrastrutture e dei trasporti (Mit), Matteo Salvini, dal palco: "Sulle Autorità portuali ci sono sensibilità diverse. Sono sicuro che troveremo una sintesi, ma Civitavecchia non è uguale a Trieste, Genova non è Monfalcone. I porti tra loro sono diversi e hanno problemi differenti, penso ad esempio al tema dei dragaggi, che non si riescono a fare per un malinteso senso dell’ambientalismo".

"La Conferenza è stata riunita già diverse volte, ci sono milioni e milioni di investimenti bloccati dalla burocrazia per motivi assurdi, il colore del cemento o l’obbligo di piantumazione sulle aree industriali". Nessuna porta chiusa, ma un invito ad Assarmatori: "Torni al ministero e dialoghi con il viceministro Edoardo Rixi (che ha la delega ai porti, NdR), che è il più competente, equilibrato e critico".

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