Gli addetti del settore trasporto marittimo continuano ad interrogarsi sulla decisione del ministero delle Infrastrutture e dei trasporti (Mit) di affidare la valutazione delle concessioni ad un algoritmo gestito dall’Autorità di regolazione dei Trasporti (Art), invece che alle Autorità portuali. Il giudizio dell’intero cluster marittimo-portuale è nettamente negativo e per tale motivo cerca di costruire un fronte compatto in grado di realizzare iniziative concrete.
"La riforma dei porti c’è già stata, poche settimane fa. Forse non se ne sono accorti tutti, ma i nuovi poteri attribuiti all’Autorità di regolazione dei trasporti, che con l’applicazione di un algoritmo potrà decidere se una società russa potrà avere o no una concessione in un porto italiano, rappresentano una grande riforma", ha dichiarato nel corso di un recente incontro il presidente del porto di Trieste, Zeno D’Agostino.
Parole che fanno eco a quelle pronunciate nei giorni scorsi dal presidente di Assoporti, Rodolfo Giampieri: "Quando si parla di portualità si parla di strategia nazionale, imprese, mercato, occupazione. Il recente intervento normativo sulle linee-guida delle concessioni è preoccupante: non può essere un algoritmo che decide, ci vuole una valutazione complessiva".
Le linee-guida attuative del Governo sul regolamento delle concessioni portuali cercano in qualche maniera di rispondere alla richiesta unanime di uniformità delle regole nei vari scali italiani dove regnano, invece, interpretazioni difformi delle stesse norme. Il risultato però ha innescato una violenta polemica. Occorre invece rimettere sul tavolo tutti i protagonisti del settore per trovare una soluzione condivisa.