La Sicilia attende nei prossimi cinque anni l'arrivo di 18 miliardi di Euro di finanziamenti per le infrastrutture di trasporto. Si tratta di un volume di denaro proveniente in parte dai fondi strutturali dell'Unione europea ed in parte dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). Risorse con cui saranno costruite soprattutto ferrovie (13 miliardi), ma anche strade (2 miliardi), autostrade, opere portuali (620 milioni) ed interventi per digitalizzare l’Isola.
Secondo uno studio di Svimez (Associazione per lo sviluppo industriale del Mezzogiorno) con l'Università di Catania, entro il 2026 il programma di investimenti potrebbe generale una crescita economica compresa fra il 4% ed il 6%, con la creazione di 400.000 posti di lavoro.
La priorità degli investimenti è rappresentata in larga misura da "nuove tratte ferroviarie, con radicali interventi di ammodernamento dei percorsi e l’acquisto di nuovo materiale rotabile, nuovi locomotori, raddoppio delle linee, degli impianti e lavori di estensione dell’elettrificazione alla totalità della rete", che mirano al miglioramento qualitativo del servizio di trasporto su rotaia.
Investimenti importanti sono attesi anche sul versante del trasporto marittimo. L'obiettivo è quello di potenziare la rete portuale ed i retroporti per consentire alla Sicilia di intercettare i flussi commerciali del Mediterraneo. In particolare si punta sullo scalo di Augusta (230 milioni di Euro), per creare un'alternativa ad altri approdi come Tangeri (Marocco), Barcellona e Valencia (Spagna), lungo le rotte che collegano l'oriente ed il Nord Europa.