Circa 50 aziende e 300 lavoratori che stavano eseguendo i lavori sull'autostrada A18 Siracusa-Gela hanno deciso di fermarsi a causa dei mancati pagamenti, pari a 14 milioni di Euro. Sotto accusa la burocrazia ministeriale a cui compete lo sblocco dei fondi, fermi da aprile. Un cantiere infinito, aperto nel 1983 e che, dopo alterni stop and go, rischia una lunga chiusura. Salta così l'apertura nell'estate 2023 del tratto Ispica-Modica.
"Segnaliamo che il grave ritardo nel trasferimento delle somme già liquidate, in attuazione delle norme relative al 'caro materiali 2021' ed al 'Decreto Aiuti 2022' da parte del ministero competente, rende impossibile la regolare prosecuzione dei lavori", sostiene Andrea Vecchio, presidente del consiglio di amministrazione dell'azienda catanese Cosedil, capofila del consorzio Cosige che si era aggiudicato l'appalto.
Una situazione che durante l'alta stagione estiva potrebbe creare la paralisi delle autostrade siciliane, a causa dei numerosi cantieri aperti sulla Catania-Ragusa, dove il 22 maggio saranno avviati anche i lavori per il quarto lotto. In merito ai fondi bloccati il 31 marzo era stata inviata una lettera al presidente della Regione siciliana, Renato Schifani, all'assessore regionale alle Infrastrutture, Alessandro Aricò. Ma nulla.
"Quello del completamento della Siracusa-Gela è un caso tutto pirandelliano: opera attesa da 50 anni, finalmente trasformata in cantiere, vede ora le imprese costrette a fermarsi. È un corto circuito fra istituzioni, frutto di una rigida applicazione di norme che non considera le gravi conseguenze su decine di imprese coinvolte, quella responsabile dell'opera e quelle dell'indotto e delle forniture, e su centinaia di lavoratori", sottolinea Santo Cutrone, presidente regionale di Ance Sicilia.