I treni acquistati da Regione Sardegna per 78 milioni di Euro non sono mai entrati in servizio. Si tratta degli Atr 365 costruiti dall'azienda spagnola Construcciones y Auxiliar de Ferrocarriles (Caf), in letargo da anni dentro un capannone a Cagliari. È dal 2015 che i sardi attendono il loro utilizzo, ma l'Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie (Ansfisa) ha bloccato tutto a causa dell'eccessiva oscillazione. 

Avrebbero dovuto accorciare le distanze tra Cagliari e Sassari a tre ore. Questo grazie alla loro velocità fino ai 180 chilometri all'ora ed al fatto che avrebbero permesso di affrontare le curve sul tracciato sardo con maggiore velocità. Ed invece nulla, i passeggeri sardi sono costretti a comprare un biglietto che fa percorrere loro quella tratta ad una velocità media, fermate comprese, di 82 chilometri all'ora. Un salto indietro di 40 anni. 

Fonti sindacali spiegano che i problemi sui treni Atr 365, oltre a non avere ricevuto le autorizzazioni necessarie da Ansfisa, siano legati al fatto che non è stata conclusa la procedura di consegna alla Regione. Insomma, la burocrazia ha fermato tutto. Stessa storia dei convogli Atr 465 arrivati nell'Isola qualche tempo prima, che per essere impiegati da Trenitalia sui binari sardi sono stati accorciati, eliminando una delle carrozze centrali. 

Perché tuto questo? Anzitutto le norme di sicurezza sono state aggiornate di recente. Questo ha innalzato gli standard. Inoltre la rete ferroviaria sarda è una delle più vecchie d'Italia, perciò il suo adeguamento richiede una fatica doppia. Negli ultimi anni, grazie agli investimenti di Rete ferroviaria italiana (Rfi), qualcosa si è mosso: sono 15 i cantieri previsti per 2,3 miliardi di Euro: il più importante è una scorciatoia di 45 chilometri sulla tratta Bonorva-Torralba (900 milioni di Euro) che consentirà di risparmiare 40 minuti. Speriamo che i treni Atr che dormono nel capannone di Cagliari non vadano in pensione prima di entrare in servizio.