Il prezzo del diesel praticato nelle stazioni di servizio in autostrada è arrivato a 2,5 Euro al litro. Si tratta di un'impennata che è un effetto in parte della speculazione ed in parte della fine degli sconti governativi sulle accise a partire dal primo gennaio 2023 (+18,3 centesimi di Euro al litro su benzina e gasolio), con gli oneri di raffinazione che in tal modo hanno un peso maggiore sul prezzo finale al consumatore.
Intanto il timore dell'associazione dei consumatori Codacons è che l'aumento dei prezzi possa portare il diesel a sfondare quota a 2,5 Euro al litro in autostrada. Un costo alimentato dal fatto che l'Italia occupa il primo posto in Europa in quanto a tassazione sul gasolio (0,958 Euro su ogni litro): questo porta gli automobilisti a pagare la benzina (24,8 centesimi) ed il gasolio (24,2 centesimi) più dei loro colleghi europei.
Uno scenario che sta preoccupando il Governo guidato dal presidente del Consiglio dei ministri, Giorgia Meloni, la quale però ha scelto di concentrare i 21 miliardi di Euro del pacchetto Energia, contenuto nella legge di bilancio, a provvedimenti che non contemplano il rinnovo del taglio sulle accise suoi carburanti.
Le ragioni di questa scelta sono due: la prima è che lo scorso anno il Governo Draghi ha potuto finanziare lo sconto sulle accise anche grazie all'extra gettito assicurato proprio dagli aumenti del prezzo dei carburanti, mentre adesso l'extragettito non è utilizzabile per tali fini; la seconda dipende dalle raccomandazioni di Bruxelles sullo stop ai bonus generalizzati nel post-emergenza energetica, che vanno sostituiti con misure selettive e mirate.