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Acea: riduzione delle sanzioni per i produttori di auto per il 2025

Misure flessibili per evitare costi insostenibili

L’industria automobilistica europea affronta un problema urgente: il rischio di sanzioni elevate per la mancata conformità agli obiettivi di riduzione della CO2 per il 2025. La domanda ancora debole di veicoli a zero emissioni mette i produttori in difficoltà, costringendoli a scelte difficili che potrebbero compromettere competitività, occupazione e investimenti nella transizione ecologica.

Senza un adeguamento delle regole, le case automobilistiche potrebbero dover pagare sanzioni ingenti, sottraendo risorse alla produzione e all’occupazione. Un’altra possibilità sarebbe limitare la produzione di veicoli a combustione interna, con il rischio di chiusure di stabilimenti. Anche formare pool con altri produttori, inclusi concorrenti non europei, comporterebbe perdite economiche. Vendere auto elettriche sotto costo, infine, destabilizzerebbe il mercato dell’usato e ridurrebbe la redditività complessiva del settore.

Per evitare questi scenari, l’industria chiede maggiore flessibilità, proponendo un sistema di fase-in con soglie del 90% nel 2025 e del 95% nel 2026, oppure una compliance media su più anni, dal 2025 al 2029. Secondo l’analisi dell’Acea (European Automobile Manufacturers' Association), queste misure sono necessarie perché la domanda di veicoli elettrici è inferiore alle previsioni, nonostante l’ampia offerta e le riduzioni di prezzo. L'immobilità è dovuta principalmente alla carenza di infrastrutture di ricarica e ai costi ancora elevati. Un meccanismo di compliance su più anni consentirebbe un adeguamento graduale senza compromettere la riduzione complessiva delle emissioni, evitando di immettere sul mercato un numero eccessivo di veicoli elettrici in breve tempo. 

Senza interventi, il 2025 rischia di trasformarsi in un baratro, con conseguenze negative per innovazione e investimenti. Il supporto alla domanda è fondamentale, ma le misure in tal senso non avranno effetti immediati. Per questo, una revisione delle regole è essenziale per garantire una transizione sostenibile e preservare la competitività dell’industria automobilistica europea.

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