Tesla ha presentato un ricorso contro la decisione della Commissione europea di imporre dazi sulle auto elettriche importate dalla Cina, con l'obiettivo di contrastare quelle che considera pratiche commerciali sleali. La causa, avviata dalla filiale di Tesla a Shanghai, è stata registrata alla Corte di Giustizia dell'Unione Europea.
Nel mese di ottobre 2024, l'Unione Europea aveva deciso di introdurre tariffe sui veicoli elettrici cinesi, con un'imposta del 7,8% per Tesla e dazi molto più elevati per altri produttori, che arrivano fino al 35,3% per alcuni veicoli di marche cinesi come Byd, Geely e Saic. L'accusa riguarda i sussidi statali concessi dal governo cinese alle case automobilistiche, tra cui agevolazioni fiscali, prestiti agevolati e terreni a basso costo, che consentirebbero ai produttori di offrire auto a prezzi inferiori, danneggiando così i concorrenti europei.
Tesla non è l'unica a contestare la misura: anche Bmw, come altre case automobilistiche e l'associazione del settore automobilistico Acea hanno presentato ricorso. La causa potrebbe avere implicazioni significative per l'industria automobilistica globale, soprattutto considerando che Tesla rappresenta una quota consistente del mercato di veicoli elettrici importati in Europa dalla Cina, con il 28% nel 2023.
Il processo potrebbe durare almeno 18 mesi, ma nel frattempo Tesla sta già rivedendo le sue politiche di importazione, modificando il flusso di veicoli dalla Cina in risposta alle nuove tariffe. La compagnia ha recentemente avviato la produzione del Model Y a Berlino, mentre continua a importare il Model 3 da Shanghai.
La Commissione Europea, dal canto suo, ha dichiarato che è pronta ad affrontare la causa e ha difeso la decisione di imporre i dazi come misura necessaria per garantire condizioni di concorrenza leale all'interno del mercato europeo.
Sull'argomento vedi anche la notizia pubblicata da Mobilità.news.