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Assosharing presenta proposte per integrare servizi di mobilità condivisa

All'interno di ecosistemi Maas, sperimentato in alcune città italiane

Si è svolta mercoledì 18 settembre, presso il Centro congressi Unione industriali di Torino, la prima giornata dell’edizione 2024 della Next Generation Mobility, la manifestazione nazionale sulla mobilità.

All’interno del panel MaaS (Mobility as a Service): tecnologie e governance al servizio della sostenibilità, è intervenuto anche Luigi Licchelli, presidente di Assosharing, associazione di categoria nel comparto della sharing mobility in Italia. Il MaaS, sperimentato inizialmente nelle città di Roma, Milano e Torino, rappresenta il modello di business per la mobilità che consente agli utenti di accedere a un’ampia gamma di servizi di trasporto tramite un abbonamento mensile o un “pay per use” (pagamento per uso). Si tratta inoltre di un sistema digitale integrato che mira a facilitare l’utilizzo combinato di trasporti pubblici e privati come treni, bus, taxi e sistemi di sharing, promuovendo la sostenibilità e riducendo l’uso dei veicoli privati.

Durante il panel il presidente, in qualità di rappresentante dell'associazione, ha voluto mettere in evidenza alcuni temi strategici ai fini dell’integrazione dei servizi di sharing mobility all’interno di ecosistemi MaaS.
La necessità di creare un Position Paper da parte dell’associazione nasce innanzitutto da una serie di criticità che non mettono le aziende di sharing mobility in condizione di esprimere il proprio potenziale nel percorso di sviluppo di nuove forme di spostamento. Le cause vanno ricercate sia nella immaturità di un settore che fatica ancora a trovare un proprio orizzonte di sostenibilità economica sia nell’assenza di una regolamentazione del comparto ancora acerba e lacunosa.

Il primo tema trattato dal presidente durante il suo intervento ha riguardato il MaaS come concreta possibilità di business. L’esperienza maturata nel corso delle sperimentazioni non ha messo in evidenza un concreto valore aggiunto che giustifichi l’investimento di risorse, da parte degli operatori di sharing mobility, per l’integrazione dei propri servizi su piattaforme MaaS. Basti pensare che gli associati coinvolti nelle sperimentazioni hanno segnalato che i noleggi effettuati tramite piattaforme hanno rappresentato una percentuale compresa tra lo 0,1% e 0,3% dei volumi complessivi.

Un altro tema strategico che merita attenzione è rappresentato dal rapporto con l’utenza finale e l'intermediazione delle piattaforme. In un contesto in cui il rapporto con l’utenza finale fosse ricondotto interamente al perimetro di attività del MaaS Operator, l’operatore di sharing mobility si troverebbe a condurre un business limitato alla movimentazione e gestione della flotta, attività tipicamente a scarso valore aggiunto. Inoltre una ulteriore complicazione risiede nella tempestiva identificazione dell’utenza finale per esigenze legate alla circolazione stradale dei veicoli impiegati nei servizi di sharing mobility: a titolo esemplificativo, si consideri la necessità di accedere ai dati relativi all’utente finale per rivalersi rispetto a danni subiti dal veicolo noleggiato o sanzioni amministrative legate a violazioni del codice della strada.

Sempre in relazione al rapporto con l’utenza finale, l'associazione fa notare che dovrebbero essere garantiti dei criteri oggettivi di scelta delle componenti modali. Infatti nel momento in cui un utente finale accede ad una piattaforma per pianificare il suo viaggio, il sistema fornirà una serie di soluzioni, monomodali o multimodali, che coinvolgeranno differenti servizi presentati secondo un determinato ordine di priorità. Questo ordine di presentazione delle diverse opzioni di mobilità ha un impatto sulle dinamiche di mercato alterando i normali equilibri. 

Infine il quarto punto discusso ha riguardato la sostenibilità economica di bundle per gli operatori di sharing. L'integrazione di servizi forniti da operatori che provengono da contesti di mercato differenti può dare vita a distorsioni delle normali dinamiche di concorrenza. Basti pensare al servizio erogato da un operatore di Trasporto pubblico locale (Tpl), che gode di compensazioni in ragione della natura di servizio pubblico della propria attività, e da operatori privati che operano in un regime di libero mercato. Ecco perché sono necessari pacchetti di servizi integrati convenienti sotto il profilo dei prezzi.

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