L'installazione di colonnine di ricarica per veicoli elettrici in Europa necessita di una consistente accelerazione. Senza questa sarà impossibile che la transizione verso una mobilità sostenibile ed a zero emissioni possa avvenire, come stabilito dall'Unione europea, entro il 2050. È quanto emerge da un'analisi condotta da Acea (Association des Constructeurs Européens d’Automobiles), l’associazione che raduna i produttori di auto del Vecchio continente.
Si tratta di uno studio che entra in contrasto con le più "blande" previsioni della Commissione europea. Secondo quest'ultima sarebbe sufficiente arrivare ad avere 3,5 milioni di colonnine entro il 2030. Un'accelerazione che comporta la posa di 410.000 punti di ricarica pubblici ogni anno ad un ritmo di 8000 ogni settimana. Ciò significa moltiplicare per tre il tasso di crescita attuale.
"L’accesso facilitato ai punti di ricarica pubblici è una condizione essenziale per decarbonizzare il trasporto su strada. Inoltre, lo è per dare sostegno al mercato e ad un quadro produttivo competitivo in Europa. Gli investimenti in tali infrastrutture devono essere incrementati al più presto, se vogliamo colmare il gap e raggiungere gli obiettivi climatici", spiega Sigrid de Vries, direttore generale di Acea.
Lo scorso mese l'associazione aveva sottolineato che entro il 2030 in Europa saranno necessarie 8,8 milioni di colonnine di ricarica per le auto elettriche. Un obiettivo che è possibile raggiungere solo grazie ad una netta accelerazione che porti all'installazione di 1,2 milioni di dispositivi all’anno, con una media settimanale di oltre 22.000 punti di rifornimento di energia. Si tratta di moltiplicare per otto volte la velocità di crescita attuale.