Il 36,4% dei manager delle aziende che operano nel settore automotive ritiene che la crisi nel Mar Rosso abbia impattato sul proprio business a causa delle maggiori difficoltà nell'approvvigionamento di materie prime e componenti. Il 10,4% ha avuto problemi con le materie plastiche, il 10,4% con i semiconduttori, il 14,3% con dispositivi elettronici.
È quanto emerge dal monitoraggio realizzato dall'Associazione nazionale filiera industria automobilistica (Anfia), che ha preso in esame la situazione di 70 aziende italiane. In generale, il segmento di prodotti in cui gli intervistati riscontrano maggiori difficoltà nel reperimento sono le materie prime. Il motivo, secondo Anfia, è la crisi nel mar Rosso, che sta causando ritardi nelle consegne ed aumenti dei costi di spedizione.
Nel mar Rosso passa circa il 30% del trasporto mondiale di container, una rotta cruciale anche per la movimentazione di petrolio, gas e merci sfuse. A determinare questa situazione sono i continui attacchi missilistici condotti dei ribelli yemeniti Houthi contro navi commerciali. Ciò ha costretto le compagnie di navigazione a cercare nuove rotte che determinano ritardi. Sono oltre 200 i miliardi di dollari di flussi commerciali transitati dalla fine del 2023 ad oggi intorno al Capo di Buona Speranza.