Non prima del 2030. La produzione in serie di veicoli innovativi di tipo Sdv (Software Defined Vehicles), ossia auto con tutte le componenti elettriche gestite da un unico sistema operativo aggiornabile di continuo, non è una cosa imminente. Anche se le tecnologie saranno presto sulle nostre strade, occorre attendere ancora qualche anno prima di parlare di una vera e propria "rivoluzione" che corre sull'asfalto.
Lo afferma uno studio realizzato dalla società olandese Nxp Semiconductors, specializzata nella produzione di chip per auto, in collaborazione con il centro di analisi statunitense Wards Intelligence. Secondo un sondaggio condotto tra i dirigenti del settore automotive di tutto il mondo, il 60% degli intervistati ritiene che solo dopo il 2030 almeno il 50% delle auto vendute ogni anno (sui mercati maturi) saranno di tipo Sdv.
Questo il dettaglio dei problemi relativi ai vari componenti delle auto Sdv: il 59% esprime dubbi sulle funzionalità di aggiornamento Over-The-Air (Ota) e sui componenti del software (60%); così come sulla realizzazione su larga scala di un'architettura E/E ottimale (58%) e sulla creazione di una dorsale Ethernet attraverso la flotta di veicoli (59%); altri problemi riguardano la realizzazione dei cosiddetti gemelli digitali (57%) e del flusso Cloud DevOps (50%), oltre che sulla certificazione software automatizzata (56%). Aspetti su cui ci sarà più solidità dopo il 2028.
Grandi aspettative e previsioni ambiziose avevano fatto precorrere i tempi all'industria automobilistica globale, che adesso sta ricalibrando la propria programmazione e gli obiettivi a medio e a lungo termine. Questo cambiamento di velocità deriva dall'ammissione dei problemi relativi alla complessità di questa trasformazione, soprattutto per le case automobilistiche tradizionali, ancorate a pratiche e valori legati al passato.