Affondata in questi giorni nel Mar Rosso la nave portarinfuse "Rubymar", colpita nelle scorse settimane da un missile lanciato dai ribelli yemeniti Houthi. Si tratta della prima nave che cessa di operare a causa della guerra marittima avviata dalle milizie filopalestinesi, che stanno prendendo di mira le navi commerciali occidentali che transitano al largo delle coste dello Yemen, come protesta contro l'invasione israeliana nella Striscia di Gaza.
La nave era stata colpita il 18 febbraio scorso da un missile degli Houthi. Successivamente, ha iniziato ad andare alla deriva fino al momento del suo affondamento, avvenuto alle ore 02:15 di sabato 2 marzo. Ciò ha creato un’emergenza ambientale. Infatti, da subito è stata segnalata la fuoriuscita del carburante, ma adesso si teme la fuoriuscita del carico composto da 21.000 tonnellate di solfato di fosfato di ammonio, usato come fertilizzante. Si tratta di un vero e proprio rischio di catastrofe per l’ecosistema marino del Mar Rosso.
La nave "Rubymar", batteva bandiera del Belize ma era di proprietà britannica. Era partita dal porto saudita di Ras Al-Khair ed era diretta allo scalo marittimo di Varna, in Bulgaria. Stava operando un servizio charter per la compagnia marittima Maaden, una società mineraria statale dell’Arabia Saudita. L'unità marittima, classificata come Bulk Carrier, era lunga 171 metri ed aveva un pescaggio di nove metri. A bordo un equipaggio di nazionalità siriana, egiziana, filippina ed indiana.