La riforma portuale prevede un’unica azienda centrale, probabilmente una società per azioni, che renderà conto ad un consiglio di amministrazione, invece che allo Stato, definendo in autonomia gli investimenti da fare ed il piano industriale da attuare. È quanto ribadito oggi in occasione della quinta edizione del convegno "Noi, il Mediterraneo", convegno promosso dall’Autorità di sistema portuale del mare di Sicilia occidentale.
"I porti sono un asset industriale fondamentale e non possono essere trattati come carrozzoni pubblici o come enti pubblici. Devono potersi muovere con facilità, con rapidità, perché il mercato non ti aspetta", ha dichiarato Pasqualino Monti, presidente dell'Autorità di sistema portuale del mare di Sicilia occidentale, intervistato a margine del convegno.
"Se pensi di poter conquistare quote di mercato rispetto a Spagna, Francia, Grecia, dove i cinesi sono entrati a gamba tesa e sono molto presenti, facendo aspettare per un investimento uno, due, tre anni è chiaro che perdi volumi". "La riforma delle autorità portuali è fondamentale -ha aggiunto Monti- ce lo impone il mercato. Speriamo che a breve il governo faccia i suoi passi".