“Un progetto non previsto dal piano industriale, non condivisibile e rischioso”: è quanto dichiara in una nota Fit-Cisl a margine della commissione tecnica nazionale manutenzione rotabili, riunitasi oggi, per fare il punto sulla riorganizzazione della manutenzione dei treni che, così come impostata, mette in discussione un modello consolidato, efficiente ed efficace e crea le premesse per disgregare e rendere vulnerabile tutto il Gruppo Fs, così come già avvenuto per altre aziende dei trasporti”.
“Il progetto –prosegue la Federazione dei trasporti cislina– prevede la cessione di tre grandi officine (Voghera, Bologna e Rimini) ad altre società che vanno incontro, così, ad un destino incerto. A seguito di questi cambiamenti si smantella, quindi, la direzione tecnica che nel corso degli anni si è caratterizzata per essere un riferimento di competenze e know-how da trasmettere a tutti i lavoratori di questo segmento”.
“Coerentemente con gli obiettivi del piano industriale presentato dal Gruppo, anziché una politica di dismissione ed esternalizzazione dei pezzi pregiati, ci saremmo aspettati proposte di potenziamento e sviluppo nel Polo Passeggeri tese a valorizzare l’enorme patrimonio di professionalità presenti”.
“In assenza di un cambio di rotta da parte di Trenitalia –conclude Fit-Cisl– non esiteremo a mobilitare la categoria per difendere un asset nazionale importante come quello delle Ferrovie, oltre che il lavoro e l'impegno profusi negli ultimi 25 anni da due generazioni di ferrovieri, i quali hanno portato il Gruppo Fs a diventare l’unico grande player nazionale nel sistema dei trasporti italiani oggi esistente”.