I tassisti insorgono contro la Società azionaria gestione aeroporto Torino (Sagat) che vuole imporre il pedaggio di un Euro a tutte le auto bianche che operano presso lo scalo "Sandro Pertini" di Caselle. Dito puntato anche da parte dei sindacati. E la vicenda finisce sul tavolo dell'Autorità di regolazione dei trasporti (Art). In caso di risposta positiva si dovrà trovare un accordo: ma il rischio è l'aumento della quota del tassametro ad inizio corsa.
"La società ha portato la questione in Città metropolitana dove il 5 ottobre si è svolta la commissione consultiva. Noi, come categoria, ci siamo detti contrari, non ci sembra corretto pagare un supplemento per svolgere un'attività di servizio pubblico. Non possono trattarci, per intenderci, come un qualsiasi negozio che opera all'interno dell'aeroporto", ha spiegato Francesco Dinatolo, presidente provinciale di Confartigianato Taxi.
Ma da Sagat replicano: "Caselle è un'anomalia rispetto al panorama degli aeroporti italiani. Tutti hanno un pedaggio, noi abbiamo chiesto il minimo indispensabile. A Bari ad esempio c'è un tassa di circa 5 Euro. Ci sembra corretto chiedere una remunerazione a chi lavora grazie all'infrastruttura. Per il resto non siamo noi a decidere su chi peserà il contributo, se al cliente finale o ai tassisti stessi".
E Dinatolo rilancia: "Oggi all'aeroporto c'è posto per circa 100 taxi, 80 aspettano nel 'serbatoio', mentre altri 20 sono posizionati lungo la linea di caricamento. Se rifiutassimo l'accordo Sagat potrebbe eliminare questi spazi aumentando i parcheggi dedicati ai viaggiatori. Ma a perderci sarebbero entrambe le parti: noi lavoreremo di meno, ma loro si troverebbero file e file di turisti in attesa di un taxi. Quello che già accade a Roma e Milano".