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Trasporto marittimo a rischio per il cambiamento climatico

Settore potrebbe perdere 9,5 miliardi di Euro per rispondere a target di sostenibilità

Il livello dell’acqua del fiume Mississippi, a causa di una grave siccità che ha colpito il territorio, è sceso di recente così basso che le navi si sono arenate. Perciò il genio militare statunitense sta utilizzando un mezzo per dragare il corso d'acqua. È solo l’ultimo di un numero crescente di sconvolgimenti climatici che stanno provocando un grave impatto economico nel settore del trasporto marittimo. 

Secondo lo studio della società di analisi Rti International, che è partito da un report dell'Environmental Defense Fund, gli impatti del cambiamento climatico sui soli porti, dovuti a danni e ad interruzioni, potrebbero costare al settore marittimo fino a 10 miliardi di dollari all’anno entro il 2050 e fino a 25 miliardi di dollari all’anno entro il 2100.

"Crediamo fermamente che il cambiamento climatico rappresenti una grande minaccia per il settore marittimo e per i consumatori in generale. Stiamo sicuramente assistendo a caos e disagi che si verificano continuamente. Immaginiamo che un porto subisca un problema, non saremo in grado di scaricare lì la merce, ci sarà quindi un impatto su tutta la catena di approvvigionamento. Quindi è tutto collegato", ha affermato Narin Phol, presidente di Maersk per il Nord America. 

Quello che è accaduto in Mississippi è successo questa estate nel Canale di Panama, bloccando oltre 100 navi. Nel 2019 il fiume Mississippi in secca provocò perdite al settore agricolo pari a circa 950.000 Euro. Per questo motivo la compagnia portacontainer Maersk si preoccupa: considerato che oggi il 90% delle merci è trasportato via acqua e si prevede che il volume degli scambi triplicherà entro il 2050. 

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