"Le disposizioni previste dal Dl Asset in tema di Trasporto pubblico locale mettono in pericolo la tenuta del settore e la capacità di programmazione ed effettuazione dei servizi già fortemente colpiti dalla crisi di domanda post-pandemia e dalla carenza di autisti", dichiarano così in una nota il segretario generale Claudio Tarlazzi e quello nazionale Roberto Napoleoni di Uiltrasporti.
I due sindacalisti specificano che: "Abrogare, ad esempio, la norma che consente di garantire alle regioni una ragionevole certezza delle risorse finanziarie disponibili eliminando il limite alla possibile riduzione annua nella ripartizione delle risorse del fondo nazionale trasporti, rispetto alla quota attribuita nell'anno precedente, non solo impedisce la certezza dei finanziamenti ma rischia di bloccare i servizi e gli investimenti. Senza considerare che servono 700 milioni per adeguare il fondo nazionale trasporti tenendo conto del rincaro del carburante e dell’energia".
"Altro che transizione verso una maggiore sostenibilità -proseguono i due segretari- il pericolo è quello di relegare il Tpl ad essere la cenerentola della mobilità urbana mettendo a rischio anche la tenuta economica ed i livelli occupazionali.
Il Trasporto pubblico locale merita di essere al centro della mobilità del Paese e di ricevere pertanto risorse adeguate ed il fondo nazionale trasporto non può essere costantemente utilizzato come bancomat dal Governo di turno.
Il settore -concludono Tarlazzi e Napoleoni- deve essere potenziato e rilanciato mentre provvedimenti di questa natura ne affossano lo sviluppo. Non vogliamo pensare che dietro ci sia un disegno per rendere obsoleto il servizio pubblico per affidarlo poi completamente al privato. La mancanza di autisti per salari troppo bassi e non adeguati all’impegno lavorativo ed il sotto finanziamento del settore mettono a rischio la mobilità delle persone benché sia tutelata dalla costituzione".