Un flash mob è in programma il prossimo 16 ottobre al porto calabrese di Gioia Tauro, per scongiurare la perdita di migliaia di posti di lavoro a rischio. Mobilitati, lavoratori portuali, imprese, istituzioni, sindaci, sindacati ed associazioni di categoria. Una protesta contro la possibile chiusura per motivi ambientali del porto, che quest'anno sta per segnare il suo record della movimentazione dei container.
Il segretario generale regionale di Cgil Angelo Sposato, quello di Cisl Tonino Russo e quello di Uil Santo Biondo chiedono un incontro urgente con il presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto. Tema dell'incontro, evitare la possibile chiusura dello scalo a causa della direttiva europea sulla riduzione delle emissioni in atmosfera nel settore marittimo, che entrerà in vigore il primo gennaio 2024.
I sindacati spiegano: il nuovo sistema di tassazione potrebbe indurre le linee di navigazione a spostare i traffici in scali extra-europei, perché nei Paesi del Nord Africa la direttiva europea non verrebbe applicata o si applicherebbe solo in parte. In sintesi, ferma restando la necessità di tutelare l'ambiente, i vincoli dovrebbero valere anche per gli scali direttamente concorrenti a quelli europei, come Tangeri (Marocco) o Port Said (Egitto), che potrebbero essere soggetti alla "clausola di trasbordo", per attutire gli effetti distorsivi che inevitabilmente si creeranno a livello concorrenziale.