“Siamo sulla strada giusta", così il commento del presidente di Assoporti, Rodolfo Giampieri unitamente al delegato per la semplificazione delle norme sui dragaggi, presidente dell'Adsp del Mar Adriatico meridionale, Ugo Patroni Griffi, in riferimento a quanto avviato dal ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica (Mase) in materia di semplificazione ambientale.
Da anni Assoporti sottolinea con decisione la necessità di dotare il Paese di una normativa sui dragaggi simile a quella vigente nella gran parte degli stati europei, in particolare quelli che hanno una sviluppata economia portuale, ispirata ai principi della Blue Economy, come elaborati da Gunther Pauli. Nelle priorità rappresentate da Assoporti al ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Matteo Salvini, appena insediato, al primo posto è stata richiesta la riforma della normativa sui dragaggi per lo sviluppo della portualità.
La normativa attuale, obsoleta ed in contrasto con i dettami della economia circolare e dell’end-of-waste, rallenta la realizzazione delle opere portuali, infrastrutture strategiche dello Stato, e ne centuplica i costi di realizzazione.
Finalmente si riconosce che il sedimento marino non è un rifiuto, ma una preziosa risorsa. Quindi, un sottoprodotto di una attività economica, come è appunto il dragaggio. Questa risorsa può essere valorizzata nella realizzazione delle opere portuali, banchine ed opere di difesa, ma anche utilizzata dall’economia retroportuale (è italiana la ricerca, finanziata dall’Europa, che permette di trasformare sedimento e gusci delle cozze in materiale edile).
Assoporti segue con molto interesse l’evoluzione della normativa in materia, condividendo integralmente la finalità, e si augura che la riforma, promossa dal viceministro del Mase, Vania Gava, prosegua coraggiosamente dotando il Paese, dopo 30 anni, di norme moderne relative ai dragaggi. L’Associazione è a disposizione, come sempre, per fornire il proprio contributo. Se la riforma della normativa sui dragaggi fosse completata, anche per quanto riguarda l’utilizzo dei sedimenti nella realizzazione delle opere portuali e del loro deposito temporaneo, moltissime opere finanziate dal Pnrr (Piano nazionale ripresa e resilienza) riceverebbero una significativa accelerazione, e costerebbero molto meno liberando risorse per altre importanti opere.
Come si dice in gergo portuale, allora, avanti tutta su questa rotta.