È allarme inquinamento al porto di Napoli. È quanto emerso ieri nel corso di una riunione in commissione Salute e verde presso il consiglio comunale del capoluogo campano. Audito un ricercatore dell'istituto Global di Barcellona, che ha contribuito a portare alla luce lo scandalo "Dieselgate" in Germania. Gli esperti hanno ricordato che l'inquinamento causato da navi e traghetti ogni anno provoca 466 decessi.
"Sono rimasto scioccato quando mi sono accorto dei numeri sono i dati più alti mai rilevati partendo da Cina, Sud Africa, Sud America ed i porti europei dove sono stato", sono le parole del ricercatore Axel Friedrich, che due giorni fa è stato al porto di Napoli per misurare le concentrazioni di biossido di azoto e fumi neri dalle navi.
"La media in un'ora di biossido di azoto al porto -ha spiegato- è stata oltre 80 microgrammi. Attualmente il limite medio annuo è 40, anche se l'Organizzazione mondiale della sanità ha indicato 10 come limite a tutela della salute. Gran parte delle concentrazioni fa riferimento a piccoli traghetti che si spostavano a Capri ed Ischia. In aggiunta ci sono punte elevate per l'arrivo di camion che portavano materiali verso i traghetti".
"Nel porto ho misurato 12.000 nanogrammi di black carbon, nel mare non dovrebbero esserci più di 200 o 300. La volta precedente qui riscontrai 30.000 particelle di particolato ultrafino, più di quelle rilevate a Pechino". Per ridurre l'inquinamento Friedrich ha proposto di "tassare le navi inquinanti per spingere gli armatori a cambiare motori ed a rinnovare le flotte. Una quota di 50 centesimi di Euro a passeggero sarebbe sufficiente per riuscire a migliorare le imbarcazioni. L'hanno già fatto in Norvegia, con successo".