L'Unione nazionale consumatori ha definito come un "flop" l'introduzione del cartello dei prezzi medi dei carburanti che le stazioni di servizio sono obbligate ad esporre dal primo agosto 2023. L'obiettivo del Governo era quello di fermare la speculazione sui rincari, ma secondo l'associazione tale misura ha ottenuto l'effetto contrario. Per spiegare quanto accaduto Unc ha pubblicato un'analisi sui dati del Mimit nelle diverse regioni.
"Se l'esposizione dei prezzi doveva servire a ridurli o quanto meno a mitigarne la crescita, allora è stato un fallimento. Il costo medio in autostrada della benzina self ha raggiunto i 2 Euro esatti, mentre l'1 agosto, il primo giorno di entrata in vigore dell'obbligo di esposizione, era pari a 1,984 Euro", ha affermato il presidente dell'Unione nazionale consumatori (Unc), Massimiliano Dona.
"In appena quattro giorni c'è stato un rincaro di 1,6 centesimi al litro, pari a 80 centesimi per un pieno di 50 litri. Va ancora peggio per il gasolio. In autostrada il prezzo, sempre in modalità self, passa da 1,854 del primo agosto a 1,886 Euro al litro, con un balzo di 3,2 centesimi al litro, pari a 1,60 Euro a rifornimento".
"È il Lazio la Regione più cattiva in termini di incremento di prezzo, con un rialzo dal primo agosto di 1,9 centesimi per un litro di benzina self, pari quasi a 1 Euro (95 centesimi) per un rifornimento. Al secondo posto delle Regioni meno virtuose Marche, Umbria, Molise e Friuli Venezia Giulia, con un balzo di 1,8 centesimi al litro, 90 centesimi per un pieno. La Regione peggiore è il Molise con un salto in appena quattro giorni di 4,5 centesimi al litro, 2 Euro e 25 centesimi per un rifornimento. Al secondo posto l'Umbria, 4,4 centesimi al litro (2,20 Euro a pieno). Medaglia di bronzo per Lazio e Puglia: +4,1 centesimi, pari a 2 Euro e 5 centesimi a pieno", ha concluso Dona.