Dopo il ritiro della delegazione russa dal centro di coordinamento internazionale dell'accordo sul grano situato ad Istanbul, come annunciato dal presidente russo Vladimir Putin lo scorso 18 luglio, le forze armate russe hanno ripreso ieri a bombardare i porti ucraini situati sul Mar Nero. Tra questi, anche la città marittima di Odessa. Si intensificano così le tensioni tra Mosca e l'Occidente, nonostante il tentativo di mediazione turca (e cinese).
Lo ha riferito l'Institute for the Study of War, un think thank americano. Nel suo ultimo rapporto, datato 20 luglio, si riferisce che i missili russi hanno colpito la città portuale di Odessa per tre giorni consecutivi in seguito al ritiro della Russia dalla "Black Sea Grain Initiative", un accordo che consentiva all’Ucraina di continuare ad esportare cereali durante la guerra. Adesso invece la Russia ha annunciato che considererà un obiettivo militare qualsiasi nave nei porti ucraini.
A conferma di ciò, un post pubblicato in queste ore su Telegram dal portavoce del governo regionale di Odessa, Serhiy Bratchuk, secondo cui durante alcuni raid aerei notturni sono stati colpiti vari magazzini di grano ed altre infrastrutture portuali situati lungo la costa del Mar Nero. Secondo i media ucraini sarebbero stati utilizzati missili supersonici anti-nave Onyx e Kalibr sparati da una portaerei russa.