Il trasporto marittimo è indispensabile per l'Italia, un Paese carente di materie prime. Il 60% delle importazioni ed il 51% delle esportazioni avvengono via mare. La pandemia ha evidenziato il ruolo strategico della flotta mercantile nazionale, che ha garantito l'approvvigionamento di beni di prima necessità per la popolazione, senza soluzione di continuità.
Tuttavia, il raggiungimento degli sfidanti obiettivi di transizione ecologica del settore marittimo non può dipendere solo dalla volontà dell'industria armatoriale. Occorre, infatti, che il settore sia realisticamente sostenuto nel processo di transizione ecologica.
Questa è la posizione di Pasquale Lorusso, vicepresidente di Confindustria con delega all'Economia del mare, che ha parlato nel corso del panel "La via per colmare il gap con i big player internazionali" inserito nel programma della seconda edizione di "Economia del Mare. Blue companies to green transition", l'evento de "Il Sole 24 Ore" che mette a fuoco il processo della transizione ecologica, destinata a dare un nuovo asset all'industria marittima.
Lorusso ha affermato che il settore marittimo è impegnato da tempo nella transizione ecologica, ma che il processo è complesso e costoso. Ha quindi chiesto al Governo di intervenire per sostenere il settore attraverso incentivi per l'acquisto di navi a basse emissioni e per l'infrastruttura necessaria per la ricarica delle unità navali elettriche.
La transizione ecologica del campo marittimo è un obiettivo strategico per l'Italia, che ha un'industria marittima tra le più importanti al mondo. Il sostegno del Governo è essenziale per raggiungere questo obiettivo e per garantire la competitività del settore italiano nel mercato globale.