Pubblicato il 10° rapporto "Italian Maritime Economy" che mette sotto la lente di ingrandimento il sistema portuale italiano. Ciò che emerge è l'alto tempo di attesa delle navi negli scali, una situazione che pesa negativamente sull'efficienza nel settore. Il documento è curato dal centro studi Srm-Intesa San Paolo, presentato ieri a Napoli, ha evidenziato il ruolo dei porti del Mezzogiorno, che hanno movimentato il 46% delle merci italiane e il 51% del ro-ro.
"Va sempre ribadita l'importanza del Mediterraneo e del passaggio attraverso il Canale di Suez, anche per l'Italia. Parliamo dell'unico punto nel mondo che collega tutti i continenti. Nel 2022 sono cresciute del 16% le navi che hanno attraversato Suez. E l'Italia se ne è servita per trasportare 154 miliardi di Euro di import-export", ha spiegato Massimo Deandreis, direttore del centro studi Srm.
In ogni caso, preoccupa che in uno scalo italiano una nave sosti in media 1,31 giorni, mentre la media mondiale è pari a 1,04 giorni. Fanno peggio solo gli Stati Uniti con 1,6 giorni. Insomma, il tempo medio di attesa delle navi nei porti italiani resta davvero troppo alto (con l'eccezione delle portacontainer) rispetto agli scali competitor.
L'analisi fornisce anche la possibilità di fare il punto dei cambiamenti in atto anno su anno, nell'arco di un decennio, mettendo in evidenza anche le dinamiche del lungo periodo. Il report testimonia che gli scali italiani, nel 2022, hanno incrementato le tonnellate di merci movimentate, salite ad oltre 490 milioni (+1,9% sul 2021 e +0,2% sul 2019). Nel corso degli ultimi 10 anni il trasporto cargo ha registrato una crescita complessiva del +7%.