Meno regole, più appoggio politico. Sono le necessità per facilitare la transizione dal motore endotermico a quello elettrico, disegnando il futuro della mobilità sostenibile. Lo chiede l'Association des Constructeurs Européens d'Automobiles (Acea), che tutela gli interessi delle principali società del settore automotive che operano in Europa (tra cui Bmw, Stellantis, Volkswagen ma anche Daimler, Ford Europa, Honda, Hyundai, Iveco, Toyota, Volvo).
"Se dovessi riassumere, direi che gli Stati Uniti tendono a stimolare l'attività economica, la Cina tende a guidarla, e l'Unione europea tende a regolamentarla. Tuttavia, non basta per creare una strategia o una politica. In questo contesto, Acea vuole essere parte della soluzione. Siamo a favore della transizione ambientale, ma si tratta di avere una strategia complessiva", ha spiegato il presidente di Acea, Luca De Meo, intervistato dal quotidiano "Il Sole 24 Ore".
Tra i temi caldi c'è poi lo standard di emissioni Euro 7 che darebbe vantaggi ambientali "limitati". "Non stiamo rifiutando il progresso, al contrario. Con le auto elettriche è iniziata una nuova partita. I cinesi hanno una generazione di vantaggio". Renault intanto sta lavorando "alla nascita del più grande ecosistema europeo per la produzione di auto elettriche. Stiamo lottando come leoni. Vogliamo difendere la produzione europea, ma per questo abbiamo bisogno dell'appoggio dei regolatori e dei politici, anziché dover affrontare scadenze e punizioni".