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Filiera idrogeno può essere risposta a decarbonizzazione

Ma va sostenuta con investimenti strutturali

Il vettore energetico idrogeno rappresenta uno strumento fondamentale nella strada per la decarbonizzazione, e l’Italia può diventare un hub fondamentale nella creazione di questo nuovo mercato. Ma, affinché gli obiettivi al 2030 posti dall’Unione europea siano effettivamente raggiungibili dalle imprese italiane, è fondamentale riconoscere che c’è un gap da colmare con un piano di investimenti strutturali. Attorno a questo tema ed all’analisi delle possibili soluzioni si sviluppa l’evento “Modelli di business per l’utilizzo dell’H2 e lo sviluppo della filiera in Italia” organizzato da Anima e Confindustria a Roma il 5 e 6 giugno. Due giornate interamente dedicate all’idrogeno attraverso lo studio dei modelli di business basati su casi reali delle aziende italiane.

Questo è uno degli aspetti discussi alle tavole rotonde del convegno di Roma, con i contributi di esponenti del mondo politico ed istituzionale. Tra i relatori, oltre alle voci di Anima Confindustria, sono intervenuti Assotermica, Confindustria, Confindustria Ceramica, Anfia, Federchimica, Assovetro, H2IT, Proxigas, Unem. Ha contribuito anche il ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica (Mase), oltre ai rappresentanti di realtà come Edison Next, Enel Green Power, Eni, Inrete Distribuzione Energia, Italgas, Saras, Snam e Toyota Material Handling Italia. Oltre all’analisi della strategia nazionale per l’idrogeno, gli interventi si sono sviluppati verticalmente analizzando prospettive e casi reali delle macro aree di applicazione: industriale (combustione/calore di processo), feedstock, trasporti e logistica e settore residenziale.

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