L'associazione delle imprese che operano nel settore della mobilità elettrica, Motus-E, sostiene che vi siano delle "criticità tecniche" nei bandi per l’installazione di 6500 colonnine di ricarica per auto elettriche appena pubblicati dal ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica, guidato da Gilberto Pichetto Fratin. Infrastrutture che potranno essere installate solo se Roma non perderà i fondi europei del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr).
"Purtroppo, nonostante i numerosi appelli dell’ultimo anno, siamo arrivati alla prima scadenza dei termini con un impianto normativo che conferma le problematiche già sollevate a più riprese ed in parte ereditate dal precedente Esecutivo, che riguardano in primis le tempistiche, la poca chiarezza delle definizioni usate nei decreti e l’ampiezza degli ambiti di gara", spiega il segretario generale di Motus-E, Francesco Naso.
"Condividiamo appieno l’esigenza di uno sforzo comune –ha concluso il segretario– evocata dal ministro Pichetto Fratin. Proprio per questo ribadiamo la nostra massima disponibilità per individuare insieme alle istituzioni una soluzione che scongiuri la dispersione delle ingenti risorse disponibili. Il completo impiego dei fondi avrebbe riflessi economici positivi sull’intero sistema Paese, alimentando lo sviluppo di nuove filiere industriali in cui il nostro Paese recita già oggi un ruolo di primo piano".
Motus-E sottolinea, così come altri esperti del settore, che i fondi del Pnrr destinati alle infrastrutture di ricarica per le auto elettriche sono in pericolo: si tratta di oltre 270 milioni di Euro. Se la procedura del Governo italiano non sarà sottoposta a Bruxelles in tempo ed in modo conforme, sarebbe a rischio l’intero progetto del Pnrr per installare 21.000 infrastrutture di ricarica in tutta la Penisola: 713 milioni di Euro di fondi che genereranno investimenti stimati per oltre 2 miliardi di Euro. Sarebbe una tragedia, il Governo Meloni deve fare qualcosa.