L'Italia sta valutando l'uscita dal programma cinese di investimenti infrastrutturali denominato "Belt and Road Initiative", a cui Roma aveva aderito nel 2019, suscitando tra l'altro le ire degli Stati Uniti e dell'Unione europea, essendo l'unico Paese del G7 ad averlo fatto. Su tale questione il Governo italiano terrà un faccia a faccia con i funzionari dell'esecutivo di Xi Jinping, ma intende mantenere relazioni amichevoli.
"Dato lo stato delle relazioni tra Stati Uniti e Cina, non possiamo rimanere un alleato di Washington e allo stesso tempo rimanere nella 'Belt and Road Initiative'. Dobbiamo cercare di negoziare con i cinesi un'uscita pacifica o la meno dannosa possibile", ha dichiarato Stefano Stefanini, ex-ambasciatore italiano alla North Atlantic Treaty Organization (Nato).
Durante la campagna elettorale per le elezioni parlamentari 2022 il presidente del Consiglio dei ministri italiano, Giorgia Meloni, definì pubblicamente la decisione "un grosso errore". Al momento Roma non ha ancora deciso se interrompere la partecipazione al programma economico-infrastrutturale cinese. Tuttavia il tempo stringe: l'accordo quadriennale dell'Italia prevede un rinnovo automatico a marzo 2024, con preavviso di uscita di tre mesi.