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Aci: Sticchi Damiani, "auto storiche e auto vecchie, la differenza è fondamentale ".

Intervento presidente Automobile Club d’Italia a tutela dei veicoli d'epoca

In occasione dei lavori del tavolo tecnico istituito in Campidoglio a Roma, per risolvere la delicata questione delle deroghe ai divieti di spostamento delle automobili storiche, all’interno della Zona a traffico limitato della fascia verde, comprensiva del centro, il numero uno di Aci dichiara l'importanza della distinzione tra le categorie da tutelare e quelle da non far circolare.

“Stabilire, una volta per tutte, l’abissale differenza che c’è tra veicoli da collezione e veicoli vecchi è fondamentale. Solo così –spiega il presidente- eviteremo che migliaia di auto o mezzi commerciali insicuri e fortemente inquinanti continuino ad affollare i centri delle nostre città, con effetti disastrosi sia dal punto di vista della sicurezza che dell’ambiente. È assurdo ed incomprensibile sostenere, ad esempio, che furgoni come Scudo e Ducato o vecchi fuoristrada, possano ottenere certificazioni di rilevanza storica ed aggirare, così, i divieti di accesso alle Ztl.

"Secondo la ‘Lista di Salvaguardia’, realizzata e costantemente aggiornata da Aci –ha sottolineato Sticchi Damiani- sono oltre 2400 su 5600 –più del 43%– le auto di nessun pregio che, senza avere diritto, si fregiano del titolo di veicoli di rilevanza storica. Questa realtà incide pesantemente in senso negativo su mobilità, sicurezza stradale e qualità dell’aria nella capitale. È palesemente falso, sostenere che la lista di salvaguardia – l’unico strumento serio basato su parametri oggettivi- privilegi le Ferrari. Chi lo dice non l'ha letta con attenzione, dal momento che i modelli Ferrari sono soltanto 19 su 1107 e che rappresentano l’1,7% del totale dei modelli presenti nella Lista”.

“Se vogliamo davvero risolvere il problema una volta per tutte -ha concluso il presidente- dobbiamo smettere di prenderci in giro e cominciare a ragionare ed a comportarci da persone serie, accantonando interessi economici e mettendo al primo posto il bene della collettività, della sicurezza, della qualità di mobilità ed ambiente e della cultura, senza aggrapparsi ad anacronistici ed antistorici monopoli".

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