Due delle compagnie di navigazione più grandi del mondo, la danese Maersk e la italo-svizzera Mediterranean Shipping Company (Msc), hanno annunciato a gennaio che la loro alleanza, denominata 2M (navi condivise, code-sharing), sarebbe terminata nel 2025. Adesso le due società pianificano di "perseguire le proprie strategie individuali", in altre parole hanno priorità opposte non concilianti.
In particolare, Maersk punta ad allargare il suo business dalle spedizioni alla logistica a 360 gradi: trasporto aereo, autotrasporto, consegne dell'ultimo miglio. Dal canto suo invece Msc sta raddoppiando la sua flotta di navi, ribadendo la necessità di non perdere quote di mercato nel settore shipping. Entrambe le strategie, anche se divergenti, rispondono alla medesima previsione: spostare la produzione lontano dalla Cina e riportare le fabbriche in Occidente influenzerà le spedizioni ed i flussi commerciali globali.
Secondo vari esperti del settore, tale rottura potrebbe rimescolare le carte nell'intero settore. Altre due alleanze marittime come Ocean Alliance e The Alliance che potrebbero rivedere il loro assetto interno da qui al 2025. Questo scenario è figlio di un effetto domino. All'orizzonte, infatti, potrebbe nascondersi una guerra dei prezzi sul trasporto dei container che spingerebbe le compagnie di navigazione a ripensare investimenti, flotta, infrastrutture logistiche.