Sono passati 25 anni, ma è un ricordo inciso nei cuori di tutti gli italiani. Ricordata oggi 3 febbraio la strage del Cermis. Una ferita ancora aperta per la comunità trentina di Cavalese, che però insieme ai familiari delle 20 vittime ha deciso che quest'anno sarà l'ultima volta in cui la ricorrenza verrà celebrata a livello istituzionale. Nei prossimi anni quindi la memoria verrà coltivata in privato.
"La tragedia del Cermis, venticinque anni fa, lasciò sgomenta l'intera comunità nazionale. Venti persone, la maggior parte delle quali turisti in visita nelle nostre montagne, persero la vita precipitando dalla funivia, a causa del comportamento grave ed irresponsabile dell'equipaggio di un aereo militare statunitense", ha ricordato oggi il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.
Presenti sul posto per commemorare i 25 anni della tragedia anche il viceministro dell'Ambiente e della sicurezza energetica la friulana Vannia Gava, il presidente della Provincia di Trento, Maurizio Fugatti ed i consoli di Stati Uniti e Polonia.
"Le vittime non verranno dimenticate: vi saranno commemorazioni private e sarà compito del Comune di Cavalese portare avanti la memoria di quanto avvenuto, coinvolgendo le fondazioni locali e le scuole", ha dichiarato il sindaco di Cavalese, Sergio Finato, intervistato dall'agenzia di stampa italiana "Ansa".
Era il 3 febbraio 1998. Ore 15:00. Un aeromobile da guerra elettronica Grumman EA-6B Prowler, della United States Marine Corps, volava ad una quota inferiore a quanto consentito. All'improvviso tranciò con un'ala il cavo portante della funivia del Cermis, facendo precipitare al suolo 108 metri la cabina con a bordo 19 persone ed il manovratore. Le vittime furono: sette tedeschi, cinque belgi, due polacchi, due austriaci, un olandese e tre italiani.