Assoviaggi, l'associazione di Confesercenti che raduna le agenzie di viaggio e del turismo ha denunciato di avere ricevuto una pioggia di disdette da parte degli associati che intendevano godersi una meritata vacanza al termine di tre anni di pandemia. Sarebbero ben 80.000 le rinunce. Il motivo? I lunghi tempi di attesa per ricevere il passaporto, che determinano però una perdita economica nel settore quantificabile in circa 150 milioni di Euro.
"Si tratta in primo luogo di un disservizio per la cittadinanza: il passaporto non serve solo per andare in vacanza, ma anche per ricongiungimenti familiari, lavoro, per i figli che non lo possiedono. Insomma, non è solo una questione di business, ma anche di diritto alla libertà di movimento fuori dai confini europei", spiega Gianni Rebecchi, presidente di Assoviaggi.
"Il problema ha un grave riflesso sul mondo del turismo organizzato -aggiunge- proprio nell'anno della ripartenza, dopo il lungo stop imposto dalla pandemia dove l'Italia è stato l'ultimo Paese d'Europa ad eliminare le restrizioni ai viaggi. Le ragioni del caos attuale sono la somma di nuove richieste e di quelle arretrate a causa del covid. Adesso però occorre trovare una soluzione che non può essere quella degli open day, che inevitabilmente si trasformano in nuovi ingorghi. Occorre accelerare sugli investimenti tecnologici della pubblica amministrazione".
Un meccanismo che si inceppa già presso gli uffici passaporto delle questure, sommersi da miglia di richieste arrivate contemporaneamente con la riapertura delle frontiere ai collegamenti aerei a lungo raggio. L’assenza del documento comporta infatti la disdetta del viaggio e fino ad oggi le agenzie ne hanno ricevute 80.000.