Bruxelles sta lavorando al decimo pacchetto di sanzioni economiche contro la Russia che dovrebbe essere pubblicato il 24 febbraio prossimo. La Commissione europea ha scelto una data simbolica, che richiama il primo anniversario dall'inizio della guerra russa contro l'Ucraina. Tuttavia l'Unione europea appare divisa: alcuni Paesi vorrebbero colpire il settore nucleare, ma l'Ungheria ha annunciato che porrà il veto.
"Non permetteremo che venga attuato il piano per includere l'energia nucleare nelle sanzioni". "Questo è fuori discussione". Sulle sanzioni che colpiscono l'energia nucleare "devono ovviamente porre il veto", ha dichiarato oggi il primo ministro ungherese Victor Orban in un'intervista.
Il motivo del "niet" da parte di Budapest è legato ad un interesse diretto. L'Ungheria, infatti, possiede una centrale nucleare costruita dai russi sul suo territorio. È lo stabilimenti di Paks, per cui è stata pianificata una ristrutturazione in collaborazione con la società energetica statale russa Rosatom. L'azienda era rimasta finora esente dalle sanzioni europee. Se fosse inclusa nel decimo pacchetto il progetto ungherese sarebbe bloccato.
Altri Paesi però, in primis Polonia, vorrebbero inserire delle sanzioni economiche che colpiscano il settore nucleare russo, in particolare proprio il colosso energetico Rosatom, come chiesto a più riprese dall'Ucraina. I 27 Paesi dell'Unione europea dovranno perciò trovare un accordo.