La Guardia di Finanza ha sottoposto oggi alla presidenza del Consiglio dei ministri i dati relativi alla campagna di contrasto all'impennata dei prezzi dei carburanti. Fra rincari eccessivi, veri e propri trucchi e speculazioni su 5187 controlli effettuati tra la fine del 2022 e l'inizio del 2023 sono state registrate 2809 infrazioni preso i benzinai e gli stabilimenti delle compagnie petrolifere.
"Ragioneremo se, fra guerra, caro materiali e caro materie prime, sia il caso di intervenire e ci siano denari per farlo. Sono contento che ci siano dei controlli a tappeto, perché anche in questo caso, come nel caso del gas e della luce, qualcuno ne sta approfittando", ha affermato il ministro per le Infrastrutture ed i trasporti (Mit), Matteo Salvini, vicepresidente del Consiglio dei ministri.
La quasi totalità delle infrazioni (2092 su 2809) dipendeva dalla mancata comunicazione al ministero del prezzo praticato per la benzina (la norma prevede che avvenga ogni otto giorni); segue il difetto di trasparenza nell'esposizione del cartello con il prezzo al consumatore (717 casi). Sottoposta a verifica anche la "filiera commerciale" delle compagnie petrolifere.
Le ispezioni delle "Fiamme Gialle" hanno dato il via alle indagini dei magistrati: le ipotesi di reato sono: rialzo e ribasso fraudolento di prezzi, manovre speculative sulle merci. Il report della Guardia di Finanza è stato consegnato oggi dal comandante generale, Giuseppe Zafarana, al presidente del Consiglio dei ministri, Giorgia Meloni, al ministro dell'Economia e delle finanze, Giancarlo Giorgetti.
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