L'associazione per la difesa dei diritti dei consumatori Codacons ha presentato nelle scorse ore un esposto all'Autorità garante della concorrenza e del mercato (Agcm), chiedendo di aprire una istruttoria per accertare eventuali pratiche scorrette o cartelli anti-concorrenza in merito all'impennata dei prezzi dei carburanti. L'indagine potrebbe estendersi a tutta la filiera: aziende di trasporto, società petrolifere, benzinai.
Codacons chiede di "verificare con sollecitudine l'esistenza di eventuali intese vietate e porre subito un freno a tali condotte che stanno arrecando dei gravi danni ai consumatori. L'aumento ingiustificato dei listini alla pompa, così come eventuali intese o illeciti per mantenere elevati i prezzi, crea infatti un duplice danno alla collettività. Perché da un lato fa aumentare la spesa per il pieno, dall'altro porta ad effetti indiretti sull'inflazione", si legge nell'esposto.
L'azione del Codacons fa seguito alla denuncia presentata dall'associazione a 104 Procure della Repubblica in Italia ed alla Guardia di Finanza. L'obiettivo è quello di chiarire l'origine dell'impennata del costo della benzina e del diesel, iniziata dal primo gennaio 2023. In particolare, si fa l'esempio di quanto accaduto sull'autostrada A14, dove ieri i listini mostravano i prezzi della benzina a 2,444 Euro/litro ed il gasolio a 2,531 Euro/litro.
Codacons chiede perciò di "avviare un'istruttoria per verificare l'esistenza di infrazioni ai divieti stabiliti dall'art. 101 Tfue, ovvero intese restrittive della concorrenza". Preme per "utilizzare ogni strumento investigativo, consentito dalla legge e dal rito, allo scopo di predisporre tutti i controlli necessari ad accertare se nei fatti descritti sussistano eventuali fattispecie di illecito civile ed amministrativo. Nonché eventuali responsabilità e pratiche commerciali vietate. Di conseguenza, se accertate, disporne le adeguate sanzioni, l'inibizione della continuazione con rimozione degli effetti, previa sospensione cautelare nelle more dell'istruttoria".