Il Governo guidato dal presidente del Consiglio dei ministri Giorgia Meloni è alle prese con alcune scadenze importanti. Si tratta di oltre 70 incarichi di vertice alla guida di società partecipate ed uffici ministeriali. A gennaio, con la chiusura della legge di bilancio, si apre dunque la stagione delle nomine. È il cosiddetto spoil system, il meccanismo per cui gli alti dirigenti della pubblica amministrazione cambiano con il cambio del Governo.
Tra le poltrone d’oro da riassegnare c'è il ruolo di amministratore delegato del Gruppo Leonardo, società attiva nel settore dell'aerospazio e della difesa. La sostituzione di Alessandro Profumo è data per certa. I candidati in corsa sono due: l’ex-ministro della Transizione energetica Roberto Cingolani o in alternativa Lorenzo Mariani, managing director di Mbda, il consorzio europeo che produce missili e tecnologie per la difesa. Cingolani è dato per favorito. Infatti, poco prima della nomina alla guida del ministero da parte dell'ex-presidente del Consiglio dei ministri Mario Draghi, ricopriva il ruolo di capo del settore ricerca del Gruppo Leonardo. Un incarico che fu costretto a lasciare e nel frattempo riassegnato.
Tra le altre cariche pendenti c'è quella del direttore generale del ministero dell'Economia e delle finanze (Mef): ad Alessandro Rivera potrebbe succedere l'attuale presidente di ITA Airways, Antonino Turicchi, ma tutto dipende dalla trattativa con il Gruppo aereo Lufthansa per la privatizzazione dell'aerolinea italiana.
Altro passaggio importante è la sostituzione del direttore dell'Agenzia delle dogane e dei monopoli, Marcello Minenna potrebbe essere sostituito da Benedetto Mineo, che tornerebbe sulla sua poltrona. Destinato a lasciare anche l'amministratore delegato e direttore generale di Enel, Francesco Starace: potrebbero subentrare Matteo Del Fante (amministratore delegato e direttore generale di Poste), Stefano Donnarumma (amministratore delegato e direttore generale di Terna) o Francesco Venturini (amministratore delegato Enel X).
Tra le conferme ci sono quasi certamente quelle dell'amministratore delegato della società energetica Eni, Claudio Descalzi, uno dei pochi manager ben visti sia a destra che a sinistra: gli sono riconosciuti grandi meriti per aver firmato gli accordi che hanno permesso all’Italia di dimezzare o quasi la dipendenza dal gas russo dopo l’inizio della guerra in Ucraina da parte della Russia il 24 febbraio scorso.