La Fédération Internationale de l'Automobile (Fia), associazione che rappresenta gli interessi delle organizzazioni automobilistiche conosciuta come organo di governo della competizione automobilistica Formula Uno, ha deciso di vietare ai piloti di F1 di fare "dichiarazioni politiche, religiose e personali" senza previo consenso. Al momento mancano linee-guida su specifiche infrazioni, perciò la norma va intesa in senso generale e più restrittivo.
"Il mancato rispetto delle istruzioni della Fia in merito alla nomina ed alla partecipazione di persone durante le cerimonie ufficiali a qualsiasi competizione valida per un campionato Fia sarà ora considerata una violazione" del codice sportivo internazionale, sanzionabile con multe fino a 250.000 Euro, finanche all'esclusione dei piloti da una gara.
Si tratta di una decisione presa dopo che le parole di fuoco rilasciate nelle ultime stagioni dai piloti del calibro di Lewis Hamilton e Sebastian Vettel in relazione a casi di cronaca ed attualità politica. D'ora in avanti però l'espressione di commenti politici, religiosi e personali, violerà dunque il principio generale di neutralità promosso dallo statuto Fia, che intende promuovere i discorsi contro la discriminazione di chiunque, basata su "razza, colore della pelle, genere, orientamento sessuale, origine etnica o sociale, lingua, religione, opinione filosofica o politica, situazione familiare o disabilità".