Tra gennaio e novembre in Italia i prezzi dei beni al consumo hanno segnato un aumento del +11,8%. Questa situazione ha un impatto forte sul settore dei trasporti, in particolare quello pubblico locale. Tanto che alcuni sindaci sono stati costretti ad alzare i prezzi dei biglietti di bus, tram e metro. Per esempio a Milano l'aumento è di +20 centesimi di Euro, a Roma di 50 centesimi, mentre a Napoli di 10 centesimi di Euro.
"Stiamo andando in crisi, le aziende di trasporto non hanno capitale per reggere. E se una società partecipata chiude in rosso, manda in crisi i bilanci dei sindaci, per una norma del decreto Madia che chiediamo di neutralizzare. Un controsenso aumentare i biglietti ora che andavamo verso il costo zero. Ma che alternative abbiamo?". Per esempio, a Bari "abbiamo cambiato la flotta dei bus, da gasolio a gas metano, grazie alla conversione ecologica finanziata dagli incentivi dei vari governi: ora sono una palla al piede con i rincari del gas", spiega il presidente dell’Associazione nazionale comuni italiani (Anci), Antonio Decaro.
Principale causa di questa situazione è la crisi energetica, con i prezzi di carburanti e gas saliti alle stelle. Per evitare tali aumenti servirebbero almeno 700 milioni di Euro, ma la manovra di bilancio mette sul piatto 100 nel 2023 e 250 milioni nel 2024. Gli incassi da biglietti, infatti, coprono oggi solo il 40% del costo del servizio. Tanto che le perdite nel settore del Tpl a marzo 2022 ammontavano a quasi due miliardi di Euro, in parte ripianati dai decreti Aiuti.