L'Agenzia internazionale per l'energia atomica (Iaea, International Atomic Energy Agency) ha comunicato che il governo dell'Iran sta portando avanti un programma di arricchimento di uranio al 60%. Secondo il monitoraggio, questa iniziativa si sta svolgendo presso l'impianto di Fordow, situato a nord-est della città di Qom. Ferma la condanna della comunità internazionale.
"L'Iran aveva iniziato a produrre uranio altamente arricchito (UF6 fino al 60%), utilizzando le due centrifughe IR-6 nel Fordow Fuel Enrichment Plant (Ffep), a Natanz dall'aprile 2021". Adesso ha installato altre "centrifughe IR-6 avanzate" e prevede una "significativa espansione della produzione di uranio a basso arricchimento (UF6 fino al 5-20%) a Fordow", ha spiegato il direttore generale Aiea, Rafael Grossi.
"Aumentando le sue capacità produttive a Fordow e Natanz -ha aggiunto- ben oltre i limiti dell'accordo sul nucleare iraniano (Jcpoa, Joint Comprehensive Plan of Action), ed accelerando la sua produzione di uranio arricchito, l'Iran ha compiuto ulteriori passi significativi per svilire l'accordo". Perciò "l'Agenzia informerà l'Iran della sua intenzione di aumentare la frequenza e l'intensità delle sue attività di verifica".
Ferma condanna da Regno Unito, Francia, Germania secondo cui non c'è "alcuna giustificazione civile credibile" all'arricchimento di uranio, perciò è "una sfida al sistema globale di 'non proliferazione'". Preoccupati anche gli Stati Uniti, come anticipato da Mobilità.news (Iran arricchisce uranio al 5%)