La Regione Veneto, attraverso il comitato scientifico di Veneto Sviluppo, ha scommesso su 19 progetti tecnologici, sostenuti da partner imprenditoriali, da finanziare attraverso i fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), altri specifici finanziamenti europei. Tra le iniziative ci sono un simulatore lunare e marziano, dispositivi anti-hacker, sistemi di trasporto ad idrogeno.
Sono "investimenti che distillano un gap ormai colmato fra accademia ed impresa", spiega l'assessore regionale allo Sviluppo economico Roberto Marcato. Il presidente di Veneto Sviluppo, Fabrizio Spagna, aggiunge: "Sono già in fase di avanzata preparazione altri progetti che toccheranno i settori delle bioenergie e dell’intelligenza artificiale".
Tra i filoni più interessanti c'è quello delle energie rinnovabili, in particolare lo sviluppo dell'idrogeno e delle batterie elettriche, con l'obiettivo di rendersi autonomi dalle importazioni da Russia, Cina ed India. Sono cinque i progetti principali di Regione Veneto. La prima idea promossa dall'azienda Breton di Treviso riguarda materiali ed assemblaggi per celle a combustibile di nuova generazione, per ottenere elettricità dall’idrogeno.
Sull'idrogeno è pronta a scendere in campo anche l'impresa Sapio, che a Marghera vuole sviluppare un hub per l’idrogeno verde con la realizzazione di un elettrolizzatore alimentato da un parco fotovoltaico. Poi c'è Cinel Gas Generators di Padova che lavora invece sulle celle per elettrolizzatori necessarie per produrre idrogeno verde. Ci sono poi le tecnologie avanzate per batterie al sodio fuso Mid-T sviluppate dall'azienda Fiamm Sonick. Mentre la Alkeemia di Marghera scommette sui sali di litio fluorurati per batterie agli ioni di litio.